Di gran furore si pregna il suo scheletro,bagliori saettano, uscendo e rientrandoda essa come rincorsi durante una fuga.Sembra un dio del cielo, pieno di boria,quando ai mortali si appresta a elargiredoni che celano invero soltanto inganni.Alza l’avambraccio, contrae il bicipite,rilucono nei sui occhi di ghiaccio le luciornate dai lapislazzuli. Secco il rilascio.Un potente boato squassa l’intero suolo.

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